Sistemi tariffari

Si è visto come i parametri di occupazione considerati nell’articolo n. 4 rivestano particolare importanza nella valutazione preliminare degli introiti gestionali dei parcheggi e nella messa a punto dei sistemi tariffari da adottare. Indicatori differenti, come ad esempio l’occupazione percentuale massima di un parcheggio in un certo periodo, possono fornire dati interessanti per altre considerazioni, ma non vanno utilizzati come parametri di valutazione dell’occupazione del parcheggio stesso.

A volte viene utilizzato un sistema diverso per la valutazione degli introiti stimati, basato soprattutto sull’esperienza precedentemente acquisita dal gestore. Questo metodo prende in considerazione il numero medio di veicoli che entrano ogni giorno all’interno del parcheggio, e il valore medio dei tempi di stazionamento (in ore e frazioni di ora) di tali veicoli. Moltiplicando questi due fattori per la tariffa oraria e per il numero di giorni l’anno in cui il parcheggio è operativo, si ottiene il ricavo annuo. Va osservato che in sede di stima preliminare – valutata anche sulla base di indagini della sosta – la determinazione del parametro di occupazione oraria media risulta più immediata e più affidabile rispetto alla quantificazione del numero di utenti e del relativo tempo medio di parcheggio.

Per quanto concerne gli introiti, entrambi i parametri (occupazione oraria media e percentuale media) consentono di calcolare un dato preciso solo nell’ipotesi che venga adottata un’unica tariffa oraria (valida anche per le frazioni di ora) per tutto il periodo considerato.

Supponendo, per comodità di calcolo, che tale tariffa sia pari ad 1 euro, l’introito giornaliero I di un parcheggio in sede propria può essere calcolato con le seguenti formule:

I = H24 x N x 1 € (utilizzando l’occupazione oraria media)

I = 24 x P24 x N x 1 € (utilizzando l’occupazione percentuale media)

La seconda formula stabilisce infatti un rapporto tra l’introito del parcheggio occupato al 100% per 24 ore su 24 (24 x N x 1 €) e l’effettiva occupazione percentuale media (P24). N indica, come si è visto, il numero totale di posti auto destinati alla sosta a rotazione a tariffa piena.

Raramente tuttavia i gestori dei parcheggi praticano un’unica tariffa oraria costante. Una prima distinzione può essere effettuata tra tariffe diurne e tariffe notturne. Indicando le prime con Vd, e le seconde con Vn (entrambe espresse in euro e centesimi), e supponendo che il valore di entrambe risulti costante nel relativo periodo, il valore di I (introito giornaliero) risulta:

I = N x (Hd x Vd + Hn x Vn) (utilizzando l’occupazione oraria media)

I = N x (12 Pd x Vd + 12 Pn x Vn) (utilizzando l’occupazione percentuale media)

Nel caso in cui la durata dei periodi diurno e notturno fosse diversa da 12 ore ciascuno, nella seconda formula si dovrebbe sostituire il valore 12 con i valori orari dei rispettivi periodi.

Poiché di norma la tariffa oraria si applica anche alle frazioni di ora, si può considerare approssimato per difetto il calcolo precedente, in quanto l’introito effettivo, a parità di parametro di occupazione media, potrà essere superiore a quello calcolato, ma non inferiore. La stessa considerazione si può fare in caso di tariffe crescenti nel tempo.

Qualora si voglia pervenire ad un calcolo più preciso, nel caso di tariffe orarie applicate alle frazioni di ora si potrà utilizzare un coefficiente moltiplicatore correttivo, che tuttavia andrà valutato “sul campo”, per ogni parcheggio, sulla base dell’effettiva utilizzazione da parte dell’utenza. Tale coefficiente è spesso rilevante, superando in certi casi di oltre il 20% l’importo degli introiti valutati secondo le stime precedenti, per cui sarà il gestore a decidere se ed in quale misura tenerne conto.

L’applicazione di tariffe crescenti nel tempo è limitata ad alcuni parcheggi, mentre viene utilizzata soprattutto per la sosta su strada in alcune aree cittadine con lo scopo primario di disincentivare la sosta di media/lunga durata: l’eventuale incremento degli introiti gestionali è un effetto secondario.

Non di rado invece, soprattutto nei parcheggi in sede propria, vengono applicate tariffe decrescenti nel tempo. Si consideri il seguente esempio, relativo a tariffe applicate nel periodo diurno (come al solito, dalle 08.00 alle 20.00):

Tariffa oraria 1^ e 2^ ora: 1,50 euro 

Tariffa oraria ore seguenti: 1,00 euro 

Tariffa giornaliera (12 ore): 7,50 euro  

Si supponga di avere un Pd pari al 50%, il che implica, mediamente, che ogni posto auto risulti occupato 6 ore su 12 (ovvero Hd = 6). L’occupazione di un singolo posto auto da parte di tre veicoli che sostano per 2 ore ciascuno comporta un introito di 9 euro, mentre un solo veicolo che vi sosti per 6 ore pagherà 7 euro. Se un utente titolare di tariffa giornaliera sosta per 9 ore, partecipa al reddito di quel posto auto per due terzi dell’importo pagato, cioè solo per 5 euro (il rimanente terzo va a fare media con un posto vuoto, che risulta occupato per 3 ore a 2,50 euro).

Quest’esempio serve a comprendere come, nel caso di tariffe a scalare, non sia conveniente assumere come valore tariffario V la tariffa piena della prima ora di sosta, ma sia più opportuno fare una media tra le diverse tariffe considerando una durata media della sosta di ogni veicolo commisurata alla tipologia del parcheggio ed alla sua ubicazione. In prima approssimazione si potrà considerare una durata breve (fino ad 1,5 ore) per parcheggi a rapida rotazione in zone centrali (tariffe elevate), una durata media (da 1,5 a 4 ore) per parcheggi situati in aree con servizi, ed una durata lunga (superiore a 4 ore) per parcheggi scambiatori o destinati agli addetti di enti, banche, uffici, centri direzionali, etc.

Inoltre, una volta acquisito in via sperimentale o ipotetica il diagramma dell’occupazione percentuale nella giornata tipo, potranno essere adottati sistemi tariffari tesi ad incentivare l’affluenza al parcheggio nelle ore di minore occupazione, evitando però di favorire il prolungarsi delle soste a tariffa agevolata in quegli orari in cui la percentuale di occupazione risulti già elevata a tariffa piena. Si potranno così incrementare sia l’occupazione del parcheggio che gli introiti.

Tabelle tariffarie di due parcheggi. In quella di sinistra il sistema è costante per le prime 4 ore (€ 0,50 per ora o frazione di ora) e decrescente per le ore successive. In quella di destra il sistema è decrescente già dalla seconda ora, ed è prevista una franchigia totale per chi sosta per non più di 30 minuti.

Abbonamenti e overbooking

Gli abbonamenti venduti rappresentano un introito sicuro per il gestore del parcheggio; tuttavia, indipendentemente dal fatto che il titolare dell’abbonamento lo utilizzi effettivamente e dal tempo reale di utilizzazione, si deve tener presente che un certo numero di posti dovranno essere sottratti dal totale N dei posti del parcheggio, per essere riservati agli abbonati. In ogni caso, si fa sempre riferimento ad abbonamenti senza posto auto assegnato.

Per semplicità si considerino solo gli abbonamenti diurni e notturni (che di norma hanno una durata mensile), dato che i pur diffusi abbonamenti 24 ore possono essere assimilati, per le considerazioni che seguono, a quelli diurni.

Sia An il numero di abbonamenti notturni venduti. Si può esprimere An come percentuale del numero di posti a rotazione N, per esempio An = 40% N. Questo implica che, se tutti i titolari di abbonamento utilizzassero contemporaneamente il parcheggio, solo il rimanente 60% di N sarebbe disponibile per la sosta a rotazione.

Di solito questa limitazione non comporta alcun problema, perché i parcheggi tendono ad essere poco utilizzati durante le ore notturne. Se l’occupazione media notturna del parcheggio è, per esempio, inferiore al 30%, il gestore potrà vendere abbonamenti notturni, anche a prezzo molto agevolato, fino al 70% di N. Il limite in questi casi è rappresentato dalla capacità di assorbimento degli abbonamenti offerti da parte del mercato.

Gli introiti derivanti dalla vendita di abbonamenti notturni possono pertanto essere considerati come un’entrata aggiuntiva rispetto ai ricavi giornalieri derivanti dalla sosta a rotazione sul totale N dei posti del parcheggio. L’utente titolare dell’abbonamento notturno di fatto avrà sempre la certezza di trovare un posto auto libero all’interno del parcheggio.

Per quanto riguarda gli abbonamenti diurni il discorso è diverso. Come si è detto, in questa sede non si considerano i posti auto singolarmente riservati ad un utente titolare di abbonamento, in quanto tali posti – qualora presenti – sono già esclusi dal totale N dei posti del parcheggio a disposizione del pubblico.

Si consideri invece un numero Ad di abbonamenti diurni (o 24 ore) effettivamente venduti. Gli utenti titolari di tali abbonamenti, pur sapendo di non avere diritto ad un posto riservato, dovranno poter aver accesso al parcheggio in ogni momento della giornata con probabilità molto elevata di poter trovare un posto libero. Se così non fosse, risulterebbe più difficile vendere o rinnovare gli abbonamenti.

Per garantire a tutti gli abbonati diurni la certezza assoluta di trovare posto in qualsiasi momento, sarebbe necessario ridurre il numero totale N dei posti del parcheggio del numero Ad degli abbonamenti venduti. Resterebbe dunque un numero Nr di posti destinati alla sosta a rotazione a tariffa piena tale che:

Nr = N – Ad

Questo implica che, al raggiungimento di un’occupazione pari al 100% di Nr da parte di utenti normali, cioè non abbonati, il gestore dovrebbe considerare il parcheggio completo, consentendo ulteriori ingressi solo agli abbonati. In tal caso vari posti auto finirebbero col restare sempre vuoti, poiché di fatto non si verifica mai la contemporanea presenza nel parcheggio di tutti gli abbonati.

In realtà, sulla base dei dati sull’effettiva utilizzazione degli abbonamenti derivante dalla propria esperienza, i gestori possono utilizzare la seguente formula:

Nr = N – ( 1 – B ) x Ad

nella quale B, espresso in percentuale, viene definito coefficiente di overbooking.

In altri termini, il gestore diminuisce il numero totale Ad dei posti da riservare (nel loro complesso) agli abbonati, di una certa percentuale B di Ad . La valutazione del coefficiente di overbooking viene fatta da ogni gestore caso per caso: un valore indicativo di B, in linea di massima, può essere intorno al 25÷30%.

Tenuto conto del coefficiente di overbooking e dell’occupazione oraria media, il gestore sarà in grado di quantificare sia il numero A d di abbonamenti diurni e 24 ore che gli conviene offrire, sia il loro prezzo. È necessario infatti che la vendita di abbonamenti diurni, con la conseguente diminuzione del numero di posti auto destinati alla sosta a rotazione a tariffa piena (Nr), non comporti minori introiti rispetto alla situazione in cui Nr = N, ma possibilmente incrementi le entrate. Di solito è così, in quanto il numero di abbonamenti venduti Ad rappresenta una percentuale contenuta di N. In alcuni casi, tuttavia, esigenze di politica della sosta impongono la vendita di un numero rilevante di abbonamenti a prezzi contenuti: è bene allora che il gestore sia consapevole dell’impatto negativo che tale scelta può comportare sul fronte degli introiti.

Sono stati così definiti e valutati i principali fattori che contribuiscono a determinare gli introiti di un parcheggio derivanti dalla sosta. Se, per esempio, si vogliono quantificare le entrate gestionali nell’arco di un mese, dopo aver sommato i ricavi per la vendita di abbonamenti diurni e notturni relativi a tale periodo, si calcoleranno i ricavi per la sosta rotazionale notturna su un numero N di posti auto, e quelli per la sosta rotazionale diurna su un numero Nr di posti auto, utilizzando uno dei parametri di occupazione media (oraria o percentuale) diurna e notturna per quel mese. Sommando questi ricavi a quelli per la vendita di abbonamenti si otterrà l’introito totale.

Altre fonti di introito per i gestori, come la pubblicità all’interno dei parcheggi ed i servizi a pagamento offerti agli utenti (come l’autolavaggio), non vengono approfondite in questa sede dato che – anche nel caso in cui fossero presenti – non comportano quasi mai introiti di entità rilevante.

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